La “ZONE” di Andre AGASSI e di Michael JORDAN

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Un paio di settimane fa, la Gazzetta dello Sport ha pubblicato un’ intervista  ad Andre Agassi che con la vittoria di Parigi del 1999, riuscì, come Federer quest’anno,  nell’impresa di vincere tutti e quattro i Tornei del “Grande Slam”.

In Finale Agassi fu protagonista di una memorabile rimonta contro il russo Medvedev:…ero sotto due set e palla break contro, ma entrai nella “Zone” e lì la palla è grande e tutto è perfetto!!

Che cosa è la “Zone” di cui parla Agassi??

La “Zone” definita anche in modi diversi (“Flow”, “Stato di attivazione/flusso ottimale”,“stato di grazia”, ecc…) è una particolare condizione psicofisica di massima positività e di coinvolgimento che un atleta “vive” e “sente” durante una competizione e attraverso questo “momento magico” riesce ad esprimersi al massimo delle sue potenzialità.

Tutto sembra fluire con naturalezza, spontaneità e padronanza dei movimenti.

Il coinvolgimento nella prestazione è totale…sensazioni di calma e di benessere,….di potenza e di sicurezza  avvolgono l’atleta che riesce ad eseguire  la sua “performance” in maniera eccellente.

Ma questo “stato di grazia” come scaturisce??

E’ possibile nel Tennis che oltre ai Campioni anche i Tennisti di  qualsiasi livello agonistico possano entrare “In The Zone”??

Il “Flow” scatta in un attimo ed è possibile “lavorare” sulle Condizioni che favoriscono questa particolare situazione.

La Psicologia dello Sport analizza e studia già da molti anni le descrizioni della  “Zone” fatta dagli atleti d'”elite” e da ciò si può dire che “Flow” è sinonimo di completa immersione psicologica nelle situazioni,….di massimo coinvolgimento emotivo,…di  un esperienza gratificante, appagante e di crescita personale.

Quindi, se io tennista vado a giocare un match di torneo e mi sento stressato, annoiato, demotivato,… vivo sensazioni di apatia, mi sente inadeguato o passivo rispetto alla situazione competitiva che vado ad affrontare.…sicuramente avrò moltissime difficoltà ad entrare “in the Zone”!!

In questi casi sarà  utile che, prima di affrontare la competizione, lavori sulla “Personalità”  in termini di positività, motivazioni, autostima, sicurezza in se stessi ecc…

Per quel che riguarda il lavoro sul campo, sarà importante abituarsi a giocare  rilassando la parte superiore del corpo in modo che le troppe tensioni muscolari che impediscono la naturale coordinazione dei movimenti durante il gioco, vengano eliminate.

Abituarsi quindi a percepire  il grado di pressione della mano sulla presa della racchetta, …a “sentire” l’eccessiva tensione dei muscoli delle spalle e delle mascelle, …a saper controllare la  respirazione  (che regola il battito cardiaco ed il ritmo naturale dei movimenti) saranno fattori importanti da curare e sviluppare.

Concludo questo post riportando la Descrizione della “Zone” fatta in conferenza stampa da Michael Jordan dopo un’impresa rimasta memorabile nel basket N.B.A….era il 1998 ed in “Gara sei” della Finale per il Titolo, Jordan, dopo aver rubato palla ed aver attraversato tutto il campo, trovò il canestro del trionfo negli ultimi 6 secondi di gioco:

..…quando ho conquistato l’ultimo pallone ho sentito dentro di me una sensazione di benessere.    La gente si è zittita ed il “momento” ha cominciato a diventare tutt’uno con me stesso in una sensazione di perfetta armoniaTutto ha cominciato a svolgersi come se fosse al rallentatore, la visione del campo era perfettamente nitida.   Allora ho provato a “leggere” la difesa, ho cercato l’attimo e l’ho trovato quando Russel (….il suo avversario nell’azione) s’è sbilanciato.   Non ho mai dubitato di me stesso… avevamo l’opportunità di vincere la partita…la visuale era perfetta, mi sono arrestato ed ho tirato.    Ho subito capito che sarebbe stato canestro….

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Ci sono 4 commenti per questo articolo
  1. MARCO alle 15:45

    CIAO GIANNI,
    HO TROVATO MOLTO INTERESSANTE IL TUO ARTICOLO,
    A VOLTE SI PROVANO SENSAZIONI SENZA RIUSCIRE A DECIFRARLE O A DECODIFICARLE,
    DARE UN SENSO A TUTTO QUESTO E’ DI GRANDE AIUTO E MOLTO INTERESSANTE.
    BRAVO E GRAZIE
    CIAO MARCO

  2. Gianni alle 4:52

    Ciao Marco…mi fa piacere che ti sia piaciuto l’articolo….ancora più piacere trovare persone come te che sono “sensibili” a questo genere di cose!!!

  3. Luigi Miano alle 12:27

    Ciao Gianni, hai qualche titolo di libro sull’argomento?
    Mi piacerebbe approfondire la gestione psicologica delle gare da parte degli sportivi professionisti?

    Ciao grazie

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