Bolelli, Pistolesi e la RELAZIONE Coach-Giocatore

Simone Bolelli

Simone Bolelli

La notizia più eclatante che ho trovato al ritorno dalla mia vacanza è il “divorzio” tra uno dei nostri attuali Giocatori migliori, Simone Bolelli ed il suo Allenatore: Claudio Pistolesi.

Gli appassionati si chiedono  i motivi e le ragioni dell’accaduto analizzando la questione soprattutto nell’ ambito tecnico-tattico delle prestazioni di Bolelli.

Anche la Gazzetta dello Sport parla testualmente dei“…progressi tattici e fisici del Giocatore che paiono essersi arrestati….”…in questo post voglio invece accennare alla “Relazione” che si instaura  tra un Coach/Allenatore ed un Giocatore.

Fare il Coach/Allenatore è molto diverso dal fare il Maestro/Istruttore.

Il Maestro ha il compito di “formare” e “preparare” al meglio delle sue conoscenze e possibilità (e tramite l’”agonismo”)  i ragazzi che poi, magari,  “tentaranno” di diventare Giocatori.

Il Coach deve “accompagnare” questi potenziali Giocatori nel loro tentativo di arrivare tra i Professionisti e dopo, eventualmente, “aiutarli” a restarci il più a lungo possibile.

Il “rapporto personale” che si sviluppa tra Coach e Giocatore è molto “intenso” ed i “sacrifici” da affrontare e superare assieme ….sono infiniti!!!

Tentare la via del Tennis Professionistico significa prendere bagagli e racchette ed iniziare a viaggiare  in Italia, in Europa e nel Mondo per la maggior parte dell’anno con l’obiettivo di “raccattare” i punti della Classifica Professionistica.

Quello che ne consegue è che Allenatore e Giocatore vivono 24 ore su 24 a stretto contatto:…mangiano assieme… dormono nella solita camera per contenere le spese….si trasferiscono assieme da un torneo all’altro… sono insomma sempre assieme….. lontani per molto tempo dai loro “affetti” più cari.

La loro ” Testa ” è costantemente orientata al Tennis ed ai Tornei.

E’ facile quindi intuire che l’ Ambiente del Circuito Professionistico mette a dura prova la resistenza mentale, le motivazioni e la capacità di “adattamento” sia dei Giocatori che degli Allenatori.…una  “Prova” da sostenere prima di tutto con se stessi e poi con il Circuito  dei Tornei!!!

Una volta poi che si ha il merito e la fortuna di “arrivare”  al Top ….(come potrebbe magari essere successo a Bolelli e Pistolesi dove in circa 3 anni il Giocatore è passato da una posizione di Classifica che era oltre il numero 200 al numero 36), … l’ ”alchimia” che si era creata all’interno della “Relazione” e le motivazioni necessarie a realizzare un così Grande Obiettivo possono calare notevolmente.

Al Livello dei primi 100 del Mondo, questi “momenti di crisi” si pagano subito in termini di risultati e di conseguenza, fatto non trascurabile, si pagano anche in termini di denaro.

Così se il Team (oltre al Giocatore e al Coach ci sono di solito i Familiari, a volte il Manager, ecc…) non è più unito come durante la “Grande Scalata” ….non riesce a porsi nuovi traguardi ….non riesce a trovare nuovi stimoli per “lottare ancora”, arrivano tempi veramente duri che possono portare anche alla soluzione più estrema:…..ognuno per la sua strada!!

Chi pensa quindi che la vita da Giocatore di Tennis o da Allenatore/Coach sia tutta basata su come impostare un determinato torneo, un singolo match o come migliorare la resistenza fisica…..semplifica troppo la questione…..magari fosse solo così!!

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Ci sono 5 commenti per questo articolo
  1. salvogullotto alle 12:57

    bolelli ha passato il primo turno, e anche nel secondo ha un incontro “abbordabile”…
    speriamo bene, che questo cambio di rotta, riesca a dargli questi stimoli nuovi!

  2. Gianni alle 21:05

    …..Chardy non lo conoscevo…ho cercato nelle statistiche …ha fatto finale a johannesburg con Tsonga (cemento) e se non ho visto male lo scorso anno al Roland Garros è uscito al 4o turno…inoltre è francese e immagino sarà di conseguenza sostenuto dal pubblico …speriamo davvero che Bolelli sappia esprimirsi al massimo…in bocca al lupo!!

  3. amare alle 18:47

    bolelli ha fatto enormi progressi. spesso mi chiedo quanto in percentuale sia il merito del coach; forse avrebbe ottenuto i medesimi risultati con qualunque allenatore, forse. mi piacerebbe vivere a stretto contatto con un top ten, e poi con un professionista italiano, per cogliere le differenze, che tuttora mi sfuggono. perchè i nostri ragazzi non arrivano mai in alto? credo che nemmeno pistolesi, piatti, possano rispondere con certezza.
    andrea
    http://www.puramentecasuale.com

  4. Gianni alle 18:03

    Andrea, …hai messo una domanda che meriterebbe un blog intero di interventi, opinioni e punti di vista!!
    Rispetto a qualche anno fa la situazione è comunque migliorata….Dai!!??
    Tra i top cento qualche azzurro in più lo troviamo spesso…non è da tutti essere che so…55/65/70 in classifica…..vuol dire averne davanti, in tutto il Mondo, …veramente pochi!!!
    Per il grande balzo nei Top 10 è necessario un percorso “personalizzato” di crescita continua e costante lavorando sulla “qualità”, sulla “mentalità” e sulla “programmazione” fino ad arrivare ad esprimere il massimo livello di ciò che un giocatore può valere.
    Tempo fa lessi un articolo proprio di Piatti che diceva, in sintesi, che quando in classifica sei 130, pensi che il numero 10 sia un fenomeno…non è vero,… ha fatto solo meno errori lungo il suo percorso e riesce ad esprimere meglio degli altri quello che è capace di fare…
    Facile scrivere queste cose,…ma in pratica….è tutta un’altra storia!!!

  5. amare alle 19:27

    sono d’accordo con te gianni, sicuramente la situazione è migliorata. tuttavia abbiamo ancora tanta strada da fare, da troppo tempo aspettiamo che sia il padre eterno a mandarci il campione. tra i maestri c’è poca unità di intenti, pochi sono i progetti degni di nota; molti addirittura sembrano quasi remare contro, rimbalzandosi le colpe, invece di cercare nuove soluzioni. in ogni caso diventare un giocatore professionista è un’impresa, se pensi che nel calcio arriva in serie A un bambino su 90.000!
    e nel tennis?
    andrea
    http://www.puramentecasuale.com

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