Vittoria e Sconfitta nello Sport Giovanile

Sport Giovanile

Nelle ultime settimane, ha destato particolare scalpore un fatto che si è verificato in Israele durante un Torneo Giovanile del Circuito Internazionale.

Nei Quarti di Finale, si sono affrontate la russa Daria Kruzhkova e la rumena Ioana Andrada Surdeanu (in foto col padre); si è imposta la russa (n. 1 del tabellone e poi finalista) col punteggio di 6-2 7-6.

Alla fine del match, la sedicenne Surdeanu è stata raggiunta dal padre/allenatore Lucian Surdeanu che prima l’ha rimproverata e poi malmenata; la polizia è intervenuta ed ha prontamente arrestato il genitore.
La ragazza, come si può leggere nell’ articolo “Promessa del tennis perde il match, il padre la picchia a sangue”, ha poi giustificato il comportamento del padre.

La mamma di una mia allieva che si è affacciata da poco ai Tornei, mi ha chiesto che ne pensavo dell’accaduto in quanto una reazione del genere, da parte di un genitore a causa di una partita di Tennis, non gli sembrava possibile.

Sinceramente mi sono sentito in difficoltà nel risponderle, in quanto è vero che eventi del genere sono “surreali”, sono da condannare e c è da domandarsi se i protagonisti siano persone “poco equilibrate”, però sta di fatto che episodi che coinvolgono in negativo i Genitori di giovani atleti durante le competizioni, sono tutt’altro che rari.
Ogni Maestro di Tennis o Allenatore di Squadre Giovanili ha sicuramente avuto a che fare con genitori “intrusivi” (per esempio una delle mie esperienze personali l’ho raccontata, seguita da diversi commenti, nel post “Le Sentenze del Padre” )e quindi, purtroppo,…siamo abituati.

Le ho comunque risposto che molto spesso, per una serie di ragioni, si perde di vista il “giusto peso” da dare ai Tornei ed ai Campionati Giovanili e di conseguenza anche il “giusto valore” da attribuire a vittorie e sconfitte.
Capita che i genitori, le società sportive (e di conseguenza i ragazzi) si identificano solo con il risultato conseguito e, in caso di sconfitta, attorno ai giovani atleti si vivono “crisi” eccessive di autostima.
Al contrario poi, in caso di vittoria, viene esaltato in modo spropositato, il valore e le capacità dei ragazzi.
Ho concluso dicendole che vittoria o sconfitta sono SOLO degli episodi e, come afferma Ion Tiriac: … lo sport fondamentalmente insegna a perdere e se impari a non ripetere gli errori, vincerai domani…

Chissà cosa avrà pensato la mamma dopo questi miei pensieri…magari è andata via più confusa di prima!!??

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Ci sono 3 commenti per questo articolo
  1. Marcello alle 0:06

    Sono sempre Marcello che ha commentato l’articolo precedente, se il tennis alle famiglie fa questo effetto, forse allora è stato un bene che mia figlia abbia iniziato pallavolo!?

  2. Andrea B. alle 11:11

    Ciao Gianni, sono contento che hai ripreso il blog, gli argomenti che tratti sono sempre interessanti ed attuali. Detto questo volevo aggiungere che come sai, ho un figlio che in estate gioca a tennis e durante la scuola gioca a calcio ed abbiamo girato in 3 squadre di settori giovanili piuttosto importanti nella zona di Roma. Quello che ci tengo a sottolineare è che noi genitori ci troviamo coinvolti molte volte anche troppo, come ti ho raccontato l’ estate scorsa perché tutto l’ambiente lo è. Mi spiego meglio, gli allenatori e i dirigenti sono loro per primi che richiedono ai ragazzi una “carica” talvolta eccessiva e noi di conseguenza, io per primo, ci lasciamo prendere dalla situazione. Quindi con questo, non voglio che i babbi e le mamme siano senza colpa, ma che almeno in parte la colpa vada divisa tra tutti, questo sì. A presto. Andrea

    • Gianni alle 21:10

      Ciao Andrea e grazie per aver messo qua il tuo pensiero.
      Mio figlio come sai gioca a basket nei primi campionati giovanili di categoria e quindi capisco perfettamente ciò che dici. Avevo già scritto sull’argomento un post “Quale è l’ambiente ideale per lo Sport dei Ragazzi?? e non posso che confermare tutto.
      Infatti ci si dimentica sempre più spesso che per i bambini ed i ragazzi, lo sport dovrebbe essere prima di tutto un divertimento e che non ha veramente senso aggiungere troppa “pressione” sul bambino o sull’adolescente oltre a quella che già deve affrontare e gestire quotidianamente negli “obblighi” scolastici.

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