Ascoltando Toni NADAL e Riccardo PIATTI

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Tony e Rafael Nadal

Per chi non li conosce, Toni Nadal e Riccardo Piatti sono due tra i Coach Professionisti più affermati.

Toni Nadal ha iniziato a seguire suo nipote Rafael Nadal da quando aveva 5 anni ed insieme sono arrivati ad essere attualmente al numero 1 della Classifica Mondiale.

Riccardo Piatti è il Coach che oltre ad aver seguito Renzo Furlan e Cristiano Caratti (due giocatori italiani che sono stati ottimi professionisti) sta ora allenando il croato Ivan Ljiubcic che è arrivato ad essere numero tre della Classifica Mondiale.

Ascoltando le relazioni dei due Coach ed il botta e risposta che si è creato con gli intervenuti al Simposio di Biella (ringrazio di nuovo l’Azienda Babolat per l’invito) è emerso ancora una volta che il Gioco del Tennis è “Semplice”.

Toni Nadal ha affermato che “bisogna tirare la palla, possibilmente con il mio colpo forte, dove non c’è l’avversario o sul suo punto debole”.

Una Frase del genere, detta da un qualunque altro Maestro di Tennis susciterebbe senz’altro ironia:…che scoperta!!

Verrebbe di dire…

Tony Nadal credo invece che volesse sottolineare il fatto che molto spesso è facile perdere di vista quale è lo Scopo principale del Gioco del Tennis.

Ovvero: invece di Apprendere ed Allenare ciò che veramente è Utile per ottenere Rendimento dal proprio gioco, vengono curati aspetti di secondaria importanza.

Quindi, per esempio, è inutile magari prepararsi fisicamente in maniera “pazzesca”, quando esistono notevoli difficoltà nel giocare per far spostare l’avversario più volte possibile e costringerlo ad arrivare fuori equilibrio….

Ascoltando Riccardo Piatti dire che il problema che abbiamo adesso in Italia tra i nostri giovani è che questi giocano facendo troppa attenzione ai calcoli delle “Classifiche Federali”, rafforza ancora di più la mia convinzione riguardo al fatto che noi Maestri dobbiamo far capire ai Genitori che ci affidano i loro ragazzi che gli Obiettivi Veri devono essere anche di Classifica “Federale”, ma NON SOLO di Classifica “Federale”.

I Genitori a loro volta devono incoraggiare i ragazzi a far sì che mettano Dedizione, Attenzione ed Applicazione sia negli Allenamenti che nei Tornei.

Questi giovani devono lavorare principalmente per far salire il loro “Livello” di Gioco imparando dai loro Successi, ma anche e sopratutto dalle loro Sconfitte.

La “Classifica Federale” verrà da sé come naturale conseguenza del loro Miglioramento Tecnico-Tattico.

Ascoltando sia Nadal che Piatti dire che i Professionisti tendono a sviluppare quante più volte possibile le loro “Giocate” Migliori, mi viene da pensare ancora con più forza che nel Tennis moderno, ogni “Agonista”, deve imparare a conoscere quali sono i Suoi “Punti di Forza” e su questi impostare poi i suoi Schemi di Gioco senza giocare solo con lo scopo di “adattarsi” alla tattica dell’avversario.

Ascoltando Tony Nadal dire che lui ha sempre cercato di trasmettere a Rafael Principi e Concetti tipo “non essere mai abbastanza soddisfatto del tuo gioco”, “assumiti sempre le tue responsabilità”, “accetta la sconfitta con serenità ed obiettività senza trovare scuse di nessun genere” , “affronta gli allenamenti e le partite sempre con lo stesso impegno e la stessa intensità”, ho pensato molto a come spesso noi Genitori o noi Maestri/Allenatori sottovalutiamo il fatto che i nostri Ragazzi, “Agonisti” di qualsiasi Sport, debbano sì crescere come Atleti-Giocatori, ma prima ancora diventare Persone Autonome, Indipendenti e Responsabili delle proprie Azioni.

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Ci sono 2 commenti per questo articolo
  1. manuela alle 11:17

    sono una mamma con tre figli di 14 12 e 10 anni che giocano a tennis e sinceramente condivido sia ciò che dice tony nadal sia ciò che dice piatti, il problema però è che in italia maestri di tennis che si preoccupano della crescita tecnico-fisica dei ragazzi a discapito dei risultati non esistono! mio figlio più grande è un ragazzo appassionato di tennis in modo tale che se potesse stare sul campo ad impare tecnica per 6 ore al giorno lo farebbe e non si tira mai indietro di fronte a più sedute di atletica, il problema però è che i maestri per lo più non hanno un programma annuale o mensile o settimanale degli obiettivi da raggiungere, non riescono neanche a farti una programmazione dei tornei da fare! mia figlia (10 anni) è una tra le più bravine della sua età eppure sono due anni che pur chiedendo ai maestri di insistere sulla tecnica del servizio non vedo risultati perchè il tempo dedicato a questo colpo è assolutamente saltuario. Insomma il tennis italiano a mio avviso va male perchè i maestri si affidano a quei ragazzini che sono portati e vincono facilmente da piccoli, ma che crescendo si ritrovano con lacune incolmabili visto la poca professionalità di chi insegna. l’unica soluzione è, potendo, portare i figli fuori dalla realtà italiana, anche in spagna dove ci sono tanti giocatori forti perche viene premiato il lavoro costante e organizzato anche su ragazzi che inizialmente non vincono, ma che hanno voglia di lavorare!

  2. gianni alle 15:31

    Grazie Manuela della tua testimonianza…avendo 3 bambini che giocano…sicuramente di esperienze ne avrai fatte!!

    Proprio su “Tennis Italiano” di Aprile, Riccardo Piatti, nella sua rubrica, parla dell’argomento che tiri fuori tu e cioè del fatto che nei circoli spesso si guarda esclusivamente o ad obiettivi di risultato o a cercare di fare grossi numeri in fatto di “reclutamento” di bambini in quanto i costi di noi maestri, sono piuttosto alti.
    A tutto questo si dovrebbe sostituire o aggiungere, continua Piatti, lo scopo principale della questione e cioè l’insegnare a “giocare bene e presto” ai bambini in modo che siano il prima possibile autonomi x giocare x conto loro o con i loro amici…

    Se ragiono come genitore, questa premessa è molto importante in quanto è vero che noi maestri dovremmo in moltissimi casi, essere più professionali e “prenderci cura” dei ragazzi, ma credo che lo spirito di iniziativa e di collaborazione da parte delle famiglie e dei ragazzi stessi, …possa poi fare la differenza.
    Con questo intendo dire non di sostituirsi agli istruttori, ma “compensare” autonomamente ciò che per molteplici ragioni, noi maestri… non possiamo o non vogliamo fare.
    Non posso certo aspettare che sia il “sistema” a cambiare, …non so quanto tempo sarà necessario e soprattutto se questo cambierà.…

    Esempio: se voglio che mio figlio migliori il servizio posso, se sono in grado, tranquillamente giocarci assieme facendo servire solo lui…
    oppure posso aiutarlo a prenotare un campo dove possa dedicare gran parte del tempo solo al servizio… ed aggiungo io alla risposta, visto che nel tennis moderno sono tutti e due dei colpi sempre più decisivi e che fanno la differenza
    In alternativa posso trovare un altro maestro che periodicamente …per esempio nei fine settimana…lo fa esercitare per un certo periodo di tempo ….un mese, due mesi… quello che serve, sul servizio…e così via…
    Cercare cioè di uscire dalla “logica” preconfezionata che solo nella Scuola Tennis si possa imparare e migliorare…

    Ragionando da maestro, personalmente preferisco senz’altro ragazzi motivati anche se al momento “meno o non” vincenti,…ma è questione di punti di vista e di obiettivi: attualmente lavoro in maniera autonoma e “svincolata” dai circoli, ma quando si è nei club spesso, per “forza maggiore”, si è costretti a lavorare anche in altre direzioni…

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